11a Edizione : 23 Luglio 1972
Percorso: Viareggio-boa Marina Di Carrara-Isola del Tino-Viareggio-Bastia-boa levante isola Capraia-boa levante isola Gorgona-Viareggio - 374 km (202 mm) circa
Condizioni meteo: mare calmo,foschia con visibilità di una-due miglia nel tratto costiero.
Iscritti:
Partiti: 21
Arrivati: 13
Vincitore assoluto(nome pilota-nome barca-tipo barca-motorizzazione):
Vincenzo Balestrieri - "Black Tornado" - Cary Marine 32' - 2 MerCruiser x 475 hp
Tempo impiegato: 3h 11' 31''
Media: 63,282 nodi

Quella del 1972 fu,insieme a quella del 1973,una delle edizioni più belle e significative della storia della VBV.
L'offshore era al culmine del successo e della popolarità e anche i media non strettamente specializzati dedicavano spazio alle notizie su questo sport.
Quotidiani a tiratura nazionale dedicavano articoli,così come la televisione,al tempo esclusivamente RAI,dedicava filmati dedicati alla VBV durante la Domenica Sportiva,il celebre programma sportivo di RAI 1.
Lo spettro della crisi petrolifera sarebbe arrivato nell'autunno del 1973 e l'offshore pagò duramente questo. Si dovranno attendere una quindicina di anni per ritrovare questi fasti per l'offshore e la VBV.
Balestrieri fece il poker e diventava il Re della gara. Ma sarà ancora una stagione no per lui e il fido Jack Stuteville.
Il solito americano guastafeste,questa volta Bobby Rautbord,ma anche nuovi astri nascenti italiani,primo fra tutti Carlo Bonomi,o l'amico-collega Giulio De Angelis,Giorgio Monadadori così come il già esperto Bonelli sono tutti all'altezza di vincere gare.
Ma il vero nemico del romano alla caccia del record di diventare il primo e unico Campione Mondiale per tre volte,fù l'affidabilità meccanica delle sue tre barche. Sotto accusa principalmente furono i motori e le trasmissioni MerCruiser che costrinsero a far capitolare Balestrieri nelle gare,spesso quando si trovava in testa,come successe quattro giorni prima di questa VBV,quando all'Hennessy Grand Prix a Point Pleasant,sulle acque dell'Atlantico,aveva dominato quasi per intero la gara a bordo del suo altro 36' "Black Tornado",ma poi un motore lo aveva tradito,lasciando via libera per la vittoria al neo asso americano di origine italiane,Sandy Satullo su un altro Cigarette 36' chiamato "Copper Kettle".
Balestrieri dopo il disastroso esperimento del 31' dello scorso anno aveva acquistato un secondo Cigarette 36',battezzato "Black Tornado" e lo aveva portato in Europa per le gare del continente,insieme al vecchio Cary 32' sempre "Black Tornado",con cui aveva vinto la VBV e il Campionato Mondiale del 1970 e che nel 1971 lo aveva tenuto negli Stati Uniti per correre le gare USA valide per il campionato mondiale.
Per le gare USA del 1972 Balestrieri aveva tenuto il primo Cigarette 36' "Black Tornado" dell'anno prima e curatogli dal ex meccanico di Dick Bertram e Bill Wishnick,Bobby Moore,nell'officina che aveva creato con Jack Stuteville.
Così anche a Viareggio,Balestrieri portò le due barche di 32' e 36' riservandosi la scelta su quale di essi salire a bordo per la gara a seconda delle condizioni del mare la mattina della gara. Come al solito le barche montavano i gruppi efb MerCruiser che in Europa erano curati da Stuteville.
Il Cigarette 36' era la barca del momento. Creata da Aronow alla fine del 1970, allungando semplicemente il Cary 32' di quattro piedi si dimostrò subito una barca ideale per quasi tutti i tipi di mare difettando soltanto un pò sul calmo dove a parità di potenza,una barca più piccola ovviamente poteva avere uno spunto di velocità maggiore.
Il nuovo 36' al suo debutto in una gara offshore,la Miami-Key West del 6 novembre 1970 trionfò alla guida di Bob Magoon. Il "K.A.M." poi divenuto "aeromarine I" era di proprietà del costruttore di motori Carl Kiekhaefer che nel frattempo,lasciata la Mercury nel 1968,aveva creato un'altra fabbrica dove si preparavano i nuovi "aeromarine" ,classici V8 ma a iniezione che divennero subito i più potenti motori in circolazione e l'aveva affidato al pluri campione americano di barche fuoribordo,Magoon,un chirurgo oculista di Miami con la passione dell'offshore nel sangue.
Dopo questo successo molti piloti,i più facoltosi,ne ordinarono uno o più ciascuno,a cominciare da Balestrieri che acquistò la carena #1 che Aronow si era riservato per sè in caso di un ritorno alle corse che poi non avvenne e così fecero gli americani Hanks,Wishnick,Silvera,Rautbord e Gentry e l' italiano Bonelli nel 1971. Nel 1972 Rautbord,Hanks, Balestrieri e Bonelli ne acquistarono un altro a testa e arrivarono i neofiti Satullo,Visconsi e Tognoli per gli USA e gli italiani Bonomi,De Angelis e Mondadori che acquistò la barca da Gentry. Nel giro di un anno Aronow ne aveva sfornati una quindicina solo per le competizioni. Questo si chiamava produzione di serie!
Il pilota che meglio si presentò per la stagione 1972 fù senza dubbio Carlo Bonomi,che già si era visto alla VBV dell'anno prima con una barca italiana con cui apprese le nozioni di offshore e ora si presentava con l' "aeromarine IX" un bianco scafo,preparato dal pupillo di Kiekhaefer Richie Powers che aveva anche curato i nuovi aeromarine da 600 hp che montava la barca. Prima gara e prima vittoria a Napoli anche per lui che aveva per la prima volta condotto in gara un Cigarette 36' come era già successo a Magoon,Silvera,Balestrieri,Gentry e Satullo.
Ronny Bonelli,che rientrava dopo un infortunio automobilistico capitatogli nelle strette strade del centro di Viareggio,vide nelle nuove barche della Cigarette un motivo in più alle gare pensando ad una produzione in serie per il diporto veloce. Ottenendo la licenza da Aronow per custruire stampi dei suoi 32' e 36' si appoggiò come Firebird ai nuovi cantieri Intermarine di Sarzana che già avevano,costruito o fatto costruire, alcuni dei catamarani della Navalconsult di Petroni,per realizzare in vetroresina un secondo 36' "Lady Nara" che utilizzò nel 1972 sperimentando ancora l'iniezione sui MerCruiser e una serie di 32' destinati al vendita,ribattezzati "Iguana" dal nome del primo esemplare costruito per il giovane milanese.
Il 'vecchio' "Lady Nara" con cui Bonelli vinse nel 1971 la Cowes-Torquay-Cowes con un mare impossibile da affrontare e con cui era arrivato secondo alla VBV,era ora affidato per questa edizione al patrigno Giorgio Mondadori che aveva rinunciato a continuare a soffrire per i ritiri con il catamarano Intermarine dell'anno prima.
Cosentino invece aveva deciso per una pausa sabbatica per la stagione 1972 in attesa di ritornare l'anno dopo con un nuovo catamarano in vetroresina in costruzione alla Intermarine.
Presentato all'amico Don Aronow da Balestrieri nella primavera del 1972,Giulio De Angelis,costruttore edile romano ma anche campione degli anni sessanta su scafi da circuito,si presentava a Viareggio con il suo nuovo Cigarette 36' bianco-celeste "eraf". Un nome,questo della barca,che fece parlare molto di sè per il significato che poteva avere e che in realtà nascondeva l'acronimo delle iniziali dei suoi quattro figli,a partire dal più grande,Elio allora giovane pilota di kart ma che a volte affiancava il padre nel pozzetto della barca,vincendo la VBV del 1974 e che divenne famoso pilota della Lotus di F1 dei primi anni ottanta. Elio poi trovò tragicamente la morte in un incidente mentre collaudava la sua nuova Brabham F1nel 1986.
La 'r' stava per Roberto la 'a' per Andrea,anche lui poi affiancherà il padre nella vittoria alla VBV del 1977 e infine la 'f' per Fabiana.
De Angelis si affidò a Franco Esperto di Civitavecchia per la preparazione della barca e dei motori,i classici MerCruiser da 500 hp ciascuno.
Completavano al saga dei Cigarette 36' tre americani; Gentry,Rautbord e Hanks.
Tom Gentry era uno assai nuovo nell'ambiente offshore ma che già si era distinto vincendo la Miami-Nassau del 1971 con la stessa barca con cui ora si presentava a Viareggio,il rosso "Innerspace". Al suo fianco un altrettanto giovane meccanico anche lui come Powers proveniente dalla scuola di Kiekhaefer ai tempi del team Mercury,Davey Wilson. Anche per Gentry,che di professione era un costruttore edile delle Hawaii,i motori erano dei classici MerCruiser ma di ultima generazione,seppur sempre a carburatori,che pare erogassero 550 hp ciascuno.
Bobby Rautbord invece veniva da una lunga gavetta che iniziava verso la metà degli anni sessanta con un Donzi 28' il "Patty Lou" che era stato in precedenza uno dei "Donzi-007" di Aronow. Rautbord acquistò un primo Cigarette 36' nel 1971,colorato di rosso e battezzato "Fino" dal nome della azienda costruttrice di piccoli scafi runabouts,adatti per il traino di sci d'acqua,di cui lui era proprietario insieme a Wishnick e corse con Don Pruett,ex T-man di Balestrieri nel 1968.
Nel 1972 deciso a vincere il Titolo Mondiale,acquistò un secondo 36' sempre rosso e sempre battezzato "Fino" che portò in Europa per disputare il lungo calendario di gare. In Europa era affiancato da "Knocky" House,l'ex meccanico di Aronow, che gli curava i MerCruiser ultima generazione,anche se erano un pò meno 'pompati' di quelli di Gentry e la cui potenza era intorno ai 525 hp ciascuno.
Il terzo americano era l'eccentrico petroliere texano Roger Hanks che da quando era comparso sulle scene offshore nel 1971 si era reso famoso più per l'esplosioni dei suoi motori preparati da Andy Granataelli uno dei più famosi maghi di motori della serie Indy di automobilismo,oppure per il fatto che si portava a bordo una pistola da usare contro gli squali in caso di eventuali problemi in mezzo al mare,che per le due vittorie(le uniche della sua carriera)ottenute sul finire della stagione 1971 in Francia a Deauville e a Key West,in Florida entrambe con mari abbastanza duri. Forse perchè in quelle condizioni non potendo spremere i suoi motori come era suo uso fare riuscì a non distruggerli.
Il suo bellissimo "Blonde II",dedicato ai capelli della sua avvenente compagna ,con livrea bianca e rosso-mattone,rifiniture in teak sulla coperta,con i motori e i gruppi poppieri verniciati pendant con la parte in rosso,rimase quasi sempre sul carrello con i suoi motori completamente smontati e non partecipò alla gara.
Hanks poi nel 1973 si rese famoso per essere letteralmente entrato dentro la fiancata sinistra di un Hatteras che fungeva da barca giuria durante lo svolgimento della Sam Griffith Memorial,con il suo "Blonde IV".
A completare la serie dei classe OP1 il nuovo "Aug..! 2" di Eligio Valentini,sempre un progetto De Meis non molto diverso dal precedente e ancora con una coppia di BPM Vulcano che ormai segnavano il passo rispetto a V8 americani.
Nella classe 1cabinati due presenze, entrambe del Cantiere Cosca,il "Fire Bed" di Livio Macchia,un nuovo Gemini 38 GT con una coppia di diesel Perkins e il solito "Gnam VI" di Mangini che ficon i tradizionali BPM.
Nella nutrita classe 2,Il tedesco Trost questa volta si presentava con un altro Miss WD-40,un catamarano di 28' in compensato marino costruito da Abbate con due BPM. A scanso di equivoci però il tedesco aveva portato con sè anche il Bertram 32' ex "Boss O'Nova" con cui aveva corso la Londra-Montecarlo,da utilizzare in caso di condizioni del mare non idonee al basso catamarano.
Altra novità veniva dai Cantieri Del Garda di Frare che portava in gara il primo vero scafo da competizione del cantiere. "Roar" scaturiva dal progetto di collaborazione con l'AIFO,un azienda del gruppo FIAT che aveva marinizzato originali motori diesel della OM e che per promuovere il marchio nel mondo della nautica aveva scelto la via sportiva appoggiandosi all'ormai esperto cantiere di Gianbattista Frare. La barca era,come tradizione del cantiere, costruita in lamellare di legno e montava appunto una coppia di AIFO diesel da 240 hp ciascuno. Pilota lo stesso Frare.
Gagliotta è presente con due barche,il "Budda Blitz I" di 22' per Salvio Grande,che il pilota napoletano aveva già guidato alla VBV dell'anno prima,equipaggiato sempre con una coppia di Volvo Penta su gruppi Aquamatic ma questa volta più potenti,intorno ai 250 hp ciascuno e il "Budda Blitz II" di 24' ,anche questa una vecchia conoscenza del 1970 sempre guidato da Gennaro Russo e suo cognato Salvatore Gagliotta e sempre con i gruppi efb svedesi da 250 hp ciascuno.
Tutto nuovo,pilota e scafo,il "Grasshopper" di Enzo Berti,uno scafo del cantiere Abbate un azienda sviluppatasi un secolo prima sulle rive del Lago di Como e già famoso nelle competizioni in circuito. Con i discendenti della dinastia Abbate,i fratelli Bruno e Tullio anch'essi piloti,questi cantieri saranno protagonisti dell'offshore italiano e mondiale negli anni a venire. "Grasshopper" era spinto da tre fuoribordo Johnson.
Presente anche Guido Buriassi con un non meglio specificato scafo "Commuter".
Infine per la flotta italiana della OP2 due barche di cantieri dell'Adriatico,il nuovo "Snoopy III" di Giulio Torroni,uno scafo in legno dei cantieri Acquaviva con tre fuoribordo Mercury da 140 hp ciascuno e il "Moluste",lo stesso dell'anno prima,un day cruiser in legno dei Cantieri Giorgi di Pesaro,con una coppia di MerCruiser di serie da 165 hp ciascuno e guidato da Piero Scardovi.
A conferma del grande sviluppo della classe 2 a livello non solo nazionale,la presenza di tre scafi stranieri,due inglesi e per la prima volta,di una imbarcazione argentina,quella di Juan Raymond Taylor che aveva portato il suo "Pirà Pità",dal nome di un pesce delle acque del Mar Del Plata,era un progetto Wynne di 28' costruito in Argentina dai cantieri Ortholan, che montava 2 Acquamatic di Volvo Penta da 230 hp ciascuno.
Quanto ai due inglesi uno era il solito "Snoopy" di Green visto l'anno prima e l'altro era uno scafo Fletcher della serie Arrow di 25' in vetroresina con tre fuoribordo Mercury da 140 hp ciascuno che montavano delle nuove eliche quadripala,lo "Shaft" di Keith Horseman e lo stesso progettista Bob Handicott.
Infine presenti a Viareggio ma che per motivi tecnici non presero parte alla gara,oltre al già citato Hanks,l'italiano Riccardo Mambretti che abbandonato il progetto un pò estremo dello scorso anno,aveva costruito un bel classe 2 con una coppia di Alfa Romeo 2,6 litri, 8V di 90° ad iniezione derivati da quelli che equipaggiavano le Montreal,uniti agli Acquamatic di Volvo Penta che però non sembravano sopportare i violenti picchi di potenza dei motori italiani.
Sarà un anno di test per quella barca ma su quel progetto verrà fuori,un paio di anni,dopo un valido e competitivo scafo di classe 2 .
Era presente per la prima volta anche la neo costituita Classe 3 per piccole imbarcazioni che correvano per il Campionato Italiano riservato a questa classe nata in Inghilterra nel lontano 1964. Per loro la gara era ridotta a 78 mm sul percorso Viareggio-Marina di Carrara-Isola del Tino-Viareggio,lo stesso della gara principale ma da percorrere due volte.
L'offshore era al culmine del successo e della popolarità e anche i media non strettamente specializzati dedicavano spazio alle notizie su questo sport.
Quotidiani a tiratura nazionale dedicavano articoli,così come la televisione,al tempo esclusivamente RAI,dedicava filmati dedicati alla VBV durante la Domenica Sportiva,il celebre programma sportivo di RAI 1.
Lo spettro della crisi petrolifera sarebbe arrivato nell'autunno del 1973 e l'offshore pagò duramente questo. Si dovranno attendere una quindicina di anni per ritrovare questi fasti per l'offshore e la VBV.
Balestrieri fece il poker e diventava il Re della gara. Ma sarà ancora una stagione no per lui e il fido Jack Stuteville.
Il solito americano guastafeste,questa volta Bobby Rautbord,ma anche nuovi astri nascenti italiani,primo fra tutti Carlo Bonomi,o l'amico-collega Giulio De Angelis,Giorgio Monadadori così come il già esperto Bonelli sono tutti all'altezza di vincere gare.
Ma il vero nemico del romano alla caccia del record di diventare il primo e unico Campione Mondiale per tre volte,fù l'affidabilità meccanica delle sue tre barche. Sotto accusa principalmente furono i motori e le trasmissioni MerCruiser che costrinsero a far capitolare Balestrieri nelle gare,spesso quando si trovava in testa,come successe quattro giorni prima di questa VBV,quando all'Hennessy Grand Prix a Point Pleasant,sulle acque dell'Atlantico,aveva dominato quasi per intero la gara a bordo del suo altro 36' "Black Tornado",ma poi un motore lo aveva tradito,lasciando via libera per la vittoria al neo asso americano di origine italiane,Sandy Satullo su un altro Cigarette 36' chiamato "Copper Kettle".
Balestrieri dopo il disastroso esperimento del 31' dello scorso anno aveva acquistato un secondo Cigarette 36',battezzato "Black Tornado" e lo aveva portato in Europa per le gare del continente,insieme al vecchio Cary 32' sempre "Black Tornado",con cui aveva vinto la VBV e il Campionato Mondiale del 1970 e che nel 1971 lo aveva tenuto negli Stati Uniti per correre le gare USA valide per il campionato mondiale.
Per le gare USA del 1972 Balestrieri aveva tenuto il primo Cigarette 36' "Black Tornado" dell'anno prima e curatogli dal ex meccanico di Dick Bertram e Bill Wishnick,Bobby Moore,nell'officina che aveva creato con Jack Stuteville.
Così anche a Viareggio,Balestrieri portò le due barche di 32' e 36' riservandosi la scelta su quale di essi salire a bordo per la gara a seconda delle condizioni del mare la mattina della gara. Come al solito le barche montavano i gruppi efb MerCruiser che in Europa erano curati da Stuteville.
Il Cigarette 36' era la barca del momento. Creata da Aronow alla fine del 1970, allungando semplicemente il Cary 32' di quattro piedi si dimostrò subito una barca ideale per quasi tutti i tipi di mare difettando soltanto un pò sul calmo dove a parità di potenza,una barca più piccola ovviamente poteva avere uno spunto di velocità maggiore.
Il nuovo 36' al suo debutto in una gara offshore,la Miami-Key West del 6 novembre 1970 trionfò alla guida di Bob Magoon. Il "K.A.M." poi divenuto "aeromarine I" era di proprietà del costruttore di motori Carl Kiekhaefer che nel frattempo,lasciata la Mercury nel 1968,aveva creato un'altra fabbrica dove si preparavano i nuovi "aeromarine" ,classici V8 ma a iniezione che divennero subito i più potenti motori in circolazione e l'aveva affidato al pluri campione americano di barche fuoribordo,Magoon,un chirurgo oculista di Miami con la passione dell'offshore nel sangue.
Dopo questo successo molti piloti,i più facoltosi,ne ordinarono uno o più ciascuno,a cominciare da Balestrieri che acquistò la carena #1 che Aronow si era riservato per sè in caso di un ritorno alle corse che poi non avvenne e così fecero gli americani Hanks,Wishnick,Silvera,Rautbord e Gentry e l' italiano Bonelli nel 1971. Nel 1972 Rautbord,Hanks, Balestrieri e Bonelli ne acquistarono un altro a testa e arrivarono i neofiti Satullo,Visconsi e Tognoli per gli USA e gli italiani Bonomi,De Angelis e Mondadori che acquistò la barca da Gentry. Nel giro di un anno Aronow ne aveva sfornati una quindicina solo per le competizioni. Questo si chiamava produzione di serie!
Il pilota che meglio si presentò per la stagione 1972 fù senza dubbio Carlo Bonomi,che già si era visto alla VBV dell'anno prima con una barca italiana con cui apprese le nozioni di offshore e ora si presentava con l' "aeromarine IX" un bianco scafo,preparato dal pupillo di Kiekhaefer Richie Powers che aveva anche curato i nuovi aeromarine da 600 hp che montava la barca. Prima gara e prima vittoria a Napoli anche per lui che aveva per la prima volta condotto in gara un Cigarette 36' come era già successo a Magoon,Silvera,Balestrieri,Gentry e Satullo.
Ronny Bonelli,che rientrava dopo un infortunio automobilistico capitatogli nelle strette strade del centro di Viareggio,vide nelle nuove barche della Cigarette un motivo in più alle gare pensando ad una produzione in serie per il diporto veloce. Ottenendo la licenza da Aronow per custruire stampi dei suoi 32' e 36' si appoggiò come Firebird ai nuovi cantieri Intermarine di Sarzana che già avevano,costruito o fatto costruire, alcuni dei catamarani della Navalconsult di Petroni,per realizzare in vetroresina un secondo 36' "Lady Nara" che utilizzò nel 1972 sperimentando ancora l'iniezione sui MerCruiser e una serie di 32' destinati al vendita,ribattezzati "Iguana" dal nome del primo esemplare costruito per il giovane milanese.
Il 'vecchio' "Lady Nara" con cui Bonelli vinse nel 1971 la Cowes-Torquay-Cowes con un mare impossibile da affrontare e con cui era arrivato secondo alla VBV,era ora affidato per questa edizione al patrigno Giorgio Mondadori che aveva rinunciato a continuare a soffrire per i ritiri con il catamarano Intermarine dell'anno prima.
Cosentino invece aveva deciso per una pausa sabbatica per la stagione 1972 in attesa di ritornare l'anno dopo con un nuovo catamarano in vetroresina in costruzione alla Intermarine.
Presentato all'amico Don Aronow da Balestrieri nella primavera del 1972,Giulio De Angelis,costruttore edile romano ma anche campione degli anni sessanta su scafi da circuito,si presentava a Viareggio con il suo nuovo Cigarette 36' bianco-celeste "eraf". Un nome,questo della barca,che fece parlare molto di sè per il significato che poteva avere e che in realtà nascondeva l'acronimo delle iniziali dei suoi quattro figli,a partire dal più grande,Elio allora giovane pilota di kart ma che a volte affiancava il padre nel pozzetto della barca,vincendo la VBV del 1974 e che divenne famoso pilota della Lotus di F1 dei primi anni ottanta. Elio poi trovò tragicamente la morte in un incidente mentre collaudava la sua nuova Brabham F1nel 1986.
La 'r' stava per Roberto la 'a' per Andrea,anche lui poi affiancherà il padre nella vittoria alla VBV del 1977 e infine la 'f' per Fabiana.
De Angelis si affidò a Franco Esperto di Civitavecchia per la preparazione della barca e dei motori,i classici MerCruiser da 500 hp ciascuno.
Completavano al saga dei Cigarette 36' tre americani; Gentry,Rautbord e Hanks.
Tom Gentry era uno assai nuovo nell'ambiente offshore ma che già si era distinto vincendo la Miami-Nassau del 1971 con la stessa barca con cui ora si presentava a Viareggio,il rosso "Innerspace". Al suo fianco un altrettanto giovane meccanico anche lui come Powers proveniente dalla scuola di Kiekhaefer ai tempi del team Mercury,Davey Wilson. Anche per Gentry,che di professione era un costruttore edile delle Hawaii,i motori erano dei classici MerCruiser ma di ultima generazione,seppur sempre a carburatori,che pare erogassero 550 hp ciascuno.
Bobby Rautbord invece veniva da una lunga gavetta che iniziava verso la metà degli anni sessanta con un Donzi 28' il "Patty Lou" che era stato in precedenza uno dei "Donzi-007" di Aronow. Rautbord acquistò un primo Cigarette 36' nel 1971,colorato di rosso e battezzato "Fino" dal nome della azienda costruttrice di piccoli scafi runabouts,adatti per il traino di sci d'acqua,di cui lui era proprietario insieme a Wishnick e corse con Don Pruett,ex T-man di Balestrieri nel 1968.
Nel 1972 deciso a vincere il Titolo Mondiale,acquistò un secondo 36' sempre rosso e sempre battezzato "Fino" che portò in Europa per disputare il lungo calendario di gare. In Europa era affiancato da "Knocky" House,l'ex meccanico di Aronow, che gli curava i MerCruiser ultima generazione,anche se erano un pò meno 'pompati' di quelli di Gentry e la cui potenza era intorno ai 525 hp ciascuno.
Il terzo americano era l'eccentrico petroliere texano Roger Hanks che da quando era comparso sulle scene offshore nel 1971 si era reso famoso più per l'esplosioni dei suoi motori preparati da Andy Granataelli uno dei più famosi maghi di motori della serie Indy di automobilismo,oppure per il fatto che si portava a bordo una pistola da usare contro gli squali in caso di eventuali problemi in mezzo al mare,che per le due vittorie(le uniche della sua carriera)ottenute sul finire della stagione 1971 in Francia a Deauville e a Key West,in Florida entrambe con mari abbastanza duri. Forse perchè in quelle condizioni non potendo spremere i suoi motori come era suo uso fare riuscì a non distruggerli.
Il suo bellissimo "Blonde II",dedicato ai capelli della sua avvenente compagna ,con livrea bianca e rosso-mattone,rifiniture in teak sulla coperta,con i motori e i gruppi poppieri verniciati pendant con la parte in rosso,rimase quasi sempre sul carrello con i suoi motori completamente smontati e non partecipò alla gara.
Hanks poi nel 1973 si rese famoso per essere letteralmente entrato dentro la fiancata sinistra di un Hatteras che fungeva da barca giuria durante lo svolgimento della Sam Griffith Memorial,con il suo "Blonde IV".
A completare la serie dei classe OP1 il nuovo "Aug..! 2" di Eligio Valentini,sempre un progetto De Meis non molto diverso dal precedente e ancora con una coppia di BPM Vulcano che ormai segnavano il passo rispetto a V8 americani.
Nella classe 1cabinati due presenze, entrambe del Cantiere Cosca,il "Fire Bed" di Livio Macchia,un nuovo Gemini 38 GT con una coppia di diesel Perkins e il solito "Gnam VI" di Mangini che ficon i tradizionali BPM.
Nella nutrita classe 2,Il tedesco Trost questa volta si presentava con un altro Miss WD-40,un catamarano di 28' in compensato marino costruito da Abbate con due BPM. A scanso di equivoci però il tedesco aveva portato con sè anche il Bertram 32' ex "Boss O'Nova" con cui aveva corso la Londra-Montecarlo,da utilizzare in caso di condizioni del mare non idonee al basso catamarano.
Altra novità veniva dai Cantieri Del Garda di Frare che portava in gara il primo vero scafo da competizione del cantiere. "Roar" scaturiva dal progetto di collaborazione con l'AIFO,un azienda del gruppo FIAT che aveva marinizzato originali motori diesel della OM e che per promuovere il marchio nel mondo della nautica aveva scelto la via sportiva appoggiandosi all'ormai esperto cantiere di Gianbattista Frare. La barca era,come tradizione del cantiere, costruita in lamellare di legno e montava appunto una coppia di AIFO diesel da 240 hp ciascuno. Pilota lo stesso Frare.
Gagliotta è presente con due barche,il "Budda Blitz I" di 22' per Salvio Grande,che il pilota napoletano aveva già guidato alla VBV dell'anno prima,equipaggiato sempre con una coppia di Volvo Penta su gruppi Aquamatic ma questa volta più potenti,intorno ai 250 hp ciascuno e il "Budda Blitz II" di 24' ,anche questa una vecchia conoscenza del 1970 sempre guidato da Gennaro Russo e suo cognato Salvatore Gagliotta e sempre con i gruppi efb svedesi da 250 hp ciascuno.
Tutto nuovo,pilota e scafo,il "Grasshopper" di Enzo Berti,uno scafo del cantiere Abbate un azienda sviluppatasi un secolo prima sulle rive del Lago di Como e già famoso nelle competizioni in circuito. Con i discendenti della dinastia Abbate,i fratelli Bruno e Tullio anch'essi piloti,questi cantieri saranno protagonisti dell'offshore italiano e mondiale negli anni a venire. "Grasshopper" era spinto da tre fuoribordo Johnson.
Presente anche Guido Buriassi con un non meglio specificato scafo "Commuter".
Infine per la flotta italiana della OP2 due barche di cantieri dell'Adriatico,il nuovo "Snoopy III" di Giulio Torroni,uno scafo in legno dei cantieri Acquaviva con tre fuoribordo Mercury da 140 hp ciascuno e il "Moluste",lo stesso dell'anno prima,un day cruiser in legno dei Cantieri Giorgi di Pesaro,con una coppia di MerCruiser di serie da 165 hp ciascuno e guidato da Piero Scardovi.
A conferma del grande sviluppo della classe 2 a livello non solo nazionale,la presenza di tre scafi stranieri,due inglesi e per la prima volta,di una imbarcazione argentina,quella di Juan Raymond Taylor che aveva portato il suo "Pirà Pità",dal nome di un pesce delle acque del Mar Del Plata,era un progetto Wynne di 28' costruito in Argentina dai cantieri Ortholan, che montava 2 Acquamatic di Volvo Penta da 230 hp ciascuno.
Quanto ai due inglesi uno era il solito "Snoopy" di Green visto l'anno prima e l'altro era uno scafo Fletcher della serie Arrow di 25' in vetroresina con tre fuoribordo Mercury da 140 hp ciascuno che montavano delle nuove eliche quadripala,lo "Shaft" di Keith Horseman e lo stesso progettista Bob Handicott.
Infine presenti a Viareggio ma che per motivi tecnici non presero parte alla gara,oltre al già citato Hanks,l'italiano Riccardo Mambretti che abbandonato il progetto un pò estremo dello scorso anno,aveva costruito un bel classe 2 con una coppia di Alfa Romeo 2,6 litri, 8V di 90° ad iniezione derivati da quelli che equipaggiavano le Montreal,uniti agli Acquamatic di Volvo Penta che però non sembravano sopportare i violenti picchi di potenza dei motori italiani.
Sarà un anno di test per quella barca ma su quel progetto verrà fuori,un paio di anni,dopo un valido e competitivo scafo di classe 2 .
Era presente per la prima volta anche la neo costituita Classe 3 per piccole imbarcazioni che correvano per il Campionato Italiano riservato a questa classe nata in Inghilterra nel lontano 1964. Per loro la gara era ridotta a 78 mm sul percorso Viareggio-Marina di Carrara-Isola del Tino-Viareggio,lo stesso della gara principale ma da percorrere due volte.
Una foschia più fitta del solito avvolgeva le calme acque della Riviera la mattina della gara e le ventuno imbarcazioni presero il via costrette a navigare quasi esclusivamente con la bussola. Il gruppo di testa,capitanato dal solito Balestrieri che aveva optato per il vecchio Cary 32' con cui aveva vinto nel 1970 e più veloce sul mare calmo in virtù della maggiore leggerezza rispetto al Cigarette 36',era formato da Mangini,Torroni,Valentini,De Angelis,Mondadori,Bonomi,Rautbord e Gentry che passavano molto sottocosta per cercare di avere punti di riferimento,ma poi molti cominciano a perdere la rotta a partire da Trost con il piccolo catamarano di Abbate,che sarà costretto a ritirarsi per aver consumato troppo carburante a cercare le boe. Si ritira quasi subito anche Bonelli per problemi ad una pompa di iniezione. Verso Marina di Carrara il gruppo di testa si divide in due perchè Balestrieri punta la prua troppo al largo e lo seguono,fidandosi e cercando di non perdere di vista quello che è ritenuto a ragione l'avversario più temibile,Bonomi e De Angelis,mentre gli altri continuano su una rotta più sotto costa. Balestrieri si ravvede in ritardo dell'errore e con gli altri due è costretto a tornare indietro per passare correttamente la boa di Marina di Carrara. Il mare è calmo e l'andatura è quindi molto elevata e con quella foschia gli errori di rotta non si contano più e il comando passa da Bonomi a De Angelis e Gentry.
Balestrieri si riprende agevolmente la testa della gara e nel tratto di ritorno dal Tino,di pura navigazione con bussola,non sbaglia niente passando sempre in testa a Viareggio,seguito da Bonomi,De Angelis,Gentry,Mondadori e Rautbord,quest'ultimo però dopo tre miglia di rotta verso Bastia si ferma per problemi meccanici del suo rosso "Fino". Si sono ritirati nel frattempo anche Valentini con il suo nuovo "Aug..! 2" e Buriassi.
Le 77 miglia verso Bastia,di pura navigazione con bussola visto anche il permanere della foschia,che impedisce di vedere sia la Gorgona,che la Capraia,che Capo Corso,unici punti di riferimento a condizioni normali,vedono al comando sempre il piccolo bianco e nero 32' di Balestrieri e Stuteville tallonato dal bianco 36' di Bonomi e Powers ,che sembra fare una gara di attesa. L'"aeromarine IX" si tira dietro gli altri 36' di De Angelis,Mondadori e Gentry. Doveva essere uno spettacolo vedere queste cinque barche lanciate a oltre 70 miglia orarie,aperte a ventaglio e che gli aerei che seguivano la gara scorgevano a tratti sbucare tra un banco di nebbia e l'altro.
Arrivati a Bastia Bonomi tenta l'affondo e i potenti Kiekhaefer ad iniezione che solo lui ha a disposizione in Europa,gli permettono di passare agevolmente Balestrieri proprio in virata. Il romano non ci sta e come si dice 'mette le manette a prua',alla De Angelis,ma i carbutari dei suoi MerCruiser hanno dei problemi e Stuteville è costretto a fare la riparazione mentre sfilano via De Angelis e l'americano Gentry. Il "Black Tornado" riparte a tutta manetta e subito raggiunge e passa il rosso 36' di Gentry, prima di arrivare in Capraia. A questo punto anche Bonomi è costretto a ridurre notevolmente l'andatura a causa di problemi meccanici e passa lo scettro del comando a De Angelis che come suo solito ha le manette fermate con un elastico a prua e i trim dei piedi poppieri alzati per dedicarsi alla guida,all'osservazione della bussola e alla continua regolazione dei flap per mantenere sempre l'assetto ideale alla ricerca della velocità massima ottenibile. In rotta verso l'ultima boa del percorso,posta a levante della Gorgona che è invisibile dalla foschia,il bianco celeste "eraf" sembra volare sull'acqua,ben condotto da De Angelis e il fido meccanico Franco Esperto che nella notte aveva sostituito uno dei MerCruiser che al sabato in banchina davanti ad un folto pubblico aveva sbiellato con un pauroso botto e una biella era letteralmente fuoriuscita dalla coppa dell'olio rischiando di sfondare la carena della barca. Ora i due sono invece al comando della gara,tutto sembra funzionare finalmente a dovere e si voltano in continuazione indietro per vedere quanto sta guadagnando Balestrieri su di loro.
Ma il ritmo imposto da Balestrieri comincia a farsi sentire anche per i motori di De Angelis che all'altezza della Gorgona è costretto a ridurre l'andatura,con Balestrieri che lo passa. L' "eraf" si ferma e anche l' "Innerspace" lo sfila e si butta all'inseguimento finale del "Black Tornado".
Le ultime trenta miglia di gara non vedono rallentare affatto il ritmo da capogiro di questa splendida gara,perchè ora sembra che ci sia un pò di onda e il 36' dell'americano è avvantaggiato e infatti recupera sul piccolo 32'. Il romano comunque riesce poi a mentenere sul minuto il suo vantaggio su Gentry e piomba letteralmente sul traguardo finale con un 1' e 16'' su Gentry,facendo segnare con 63,282 nodi il nuovo record della gara,fatto sul percorso grande in atto dall'anno prima.
Il rientro in porto del "Black Tornado" di Balestrieri e Stuteville è accolto dal suono dei corni delle barche e dagli applausi del pubblico sui moli che quest'anno era accorso numeroso come mai si era visto. Il piccolo romano e il suo scafo bianco e nero sono di casa a Viareggio e tutti conoscono le sue gesta in giro per il mondo da anni. Con questo quarto trionfo e' il re indiscusso della Viareggio-Bastia-Viareggio.
Dietro ai due arrivano Mondadori con il primo "Lady Nara" di Bonelli a oltre tredici minuti di distacco dal vincitore,poi De Angelis che è riuscito a ripartire e a finire lo stesso la gara a 24',così come Bonomi che arriva quinto ad oltre un ora da Balestrieri.
Primo fra i classe due e tra i diesel arriva il "Roar" di Frare,sesto a 1 ora e 50',mentre l'argentino Taylor vinceva la classe C 2 arrivando nono assoluto ed Emilio Mangini decimo e primo della C1.
Tredici furono nel complesso i classificati su 21 partiti in questa edizione da record,che aveva anche visto una gara nella gara con la Classe 3,con la vittoria di Edgardo Mungo su il suo piccolo catamarano "Scorpion" con una coppia di fuoribordo Mercury da 140 hp ciascuno ad una media di 38,670 nodi che lo avrebbe comodamente piazzato al decimo posto nella classifica della VBV.
Questa vittoria sofferta di Balestrieri si univa a quella ottenuta il precedente 7 luglio alla Pescara-Makarska ottenuta sempre a bordo del 'piccolo' 32' e rilanciava finalmente il romano nella lotta per il Titolo Mondiale,che vedeva l'americano Rautbord,ritiratosi a Viareggio,ancora saldamente in testa con 52 punti e quattro vittorie contro i 31 punti e due vittorie dell'italiano. Ma quì finiva ancora una volta la gloria del Campione italiano,che lasciava il testimone a Carlo Bonomi nell'inutile inseguimento all'americano.
Balestrieri si riprende agevolmente la testa della gara e nel tratto di ritorno dal Tino,di pura navigazione con bussola,non sbaglia niente passando sempre in testa a Viareggio,seguito da Bonomi,De Angelis,Gentry,Mondadori e Rautbord,quest'ultimo però dopo tre miglia di rotta verso Bastia si ferma per problemi meccanici del suo rosso "Fino". Si sono ritirati nel frattempo anche Valentini con il suo nuovo "Aug..! 2" e Buriassi.
Le 77 miglia verso Bastia,di pura navigazione con bussola visto anche il permanere della foschia,che impedisce di vedere sia la Gorgona,che la Capraia,che Capo Corso,unici punti di riferimento a condizioni normali,vedono al comando sempre il piccolo bianco e nero 32' di Balestrieri e Stuteville tallonato dal bianco 36' di Bonomi e Powers ,che sembra fare una gara di attesa. L'"aeromarine IX" si tira dietro gli altri 36' di De Angelis,Mondadori e Gentry. Doveva essere uno spettacolo vedere queste cinque barche lanciate a oltre 70 miglia orarie,aperte a ventaglio e che gli aerei che seguivano la gara scorgevano a tratti sbucare tra un banco di nebbia e l'altro.
Arrivati a Bastia Bonomi tenta l'affondo e i potenti Kiekhaefer ad iniezione che solo lui ha a disposizione in Europa,gli permettono di passare agevolmente Balestrieri proprio in virata. Il romano non ci sta e come si dice 'mette le manette a prua',alla De Angelis,ma i carbutari dei suoi MerCruiser hanno dei problemi e Stuteville è costretto a fare la riparazione mentre sfilano via De Angelis e l'americano Gentry. Il "Black Tornado" riparte a tutta manetta e subito raggiunge e passa il rosso 36' di Gentry, prima di arrivare in Capraia. A questo punto anche Bonomi è costretto a ridurre notevolmente l'andatura a causa di problemi meccanici e passa lo scettro del comando a De Angelis che come suo solito ha le manette fermate con un elastico a prua e i trim dei piedi poppieri alzati per dedicarsi alla guida,all'osservazione della bussola e alla continua regolazione dei flap per mantenere sempre l'assetto ideale alla ricerca della velocità massima ottenibile. In rotta verso l'ultima boa del percorso,posta a levante della Gorgona che è invisibile dalla foschia,il bianco celeste "eraf" sembra volare sull'acqua,ben condotto da De Angelis e il fido meccanico Franco Esperto che nella notte aveva sostituito uno dei MerCruiser che al sabato in banchina davanti ad un folto pubblico aveva sbiellato con un pauroso botto e una biella era letteralmente fuoriuscita dalla coppa dell'olio rischiando di sfondare la carena della barca. Ora i due sono invece al comando della gara,tutto sembra funzionare finalmente a dovere e si voltano in continuazione indietro per vedere quanto sta guadagnando Balestrieri su di loro.
Ma il ritmo imposto da Balestrieri comincia a farsi sentire anche per i motori di De Angelis che all'altezza della Gorgona è costretto a ridurre l'andatura,con Balestrieri che lo passa. L' "eraf" si ferma e anche l' "Innerspace" lo sfila e si butta all'inseguimento finale del "Black Tornado".
Le ultime trenta miglia di gara non vedono rallentare affatto il ritmo da capogiro di questa splendida gara,perchè ora sembra che ci sia un pò di onda e il 36' dell'americano è avvantaggiato e infatti recupera sul piccolo 32'. Il romano comunque riesce poi a mentenere sul minuto il suo vantaggio su Gentry e piomba letteralmente sul traguardo finale con un 1' e 16'' su Gentry,facendo segnare con 63,282 nodi il nuovo record della gara,fatto sul percorso grande in atto dall'anno prima.
Il rientro in porto del "Black Tornado" di Balestrieri e Stuteville è accolto dal suono dei corni delle barche e dagli applausi del pubblico sui moli che quest'anno era accorso numeroso come mai si era visto. Il piccolo romano e il suo scafo bianco e nero sono di casa a Viareggio e tutti conoscono le sue gesta in giro per il mondo da anni. Con questo quarto trionfo e' il re indiscusso della Viareggio-Bastia-Viareggio.
Dietro ai due arrivano Mondadori con il primo "Lady Nara" di Bonelli a oltre tredici minuti di distacco dal vincitore,poi De Angelis che è riuscito a ripartire e a finire lo stesso la gara a 24',così come Bonomi che arriva quinto ad oltre un ora da Balestrieri.
Primo fra i classe due e tra i diesel arriva il "Roar" di Frare,sesto a 1 ora e 50',mentre l'argentino Taylor vinceva la classe C 2 arrivando nono assoluto ed Emilio Mangini decimo e primo della C1.
Tredici furono nel complesso i classificati su 21 partiti in questa edizione da record,che aveva anche visto una gara nella gara con la Classe 3,con la vittoria di Edgardo Mungo su il suo piccolo catamarano "Scorpion" con una coppia di fuoribordo Mercury da 140 hp ciascuno ad una media di 38,670 nodi che lo avrebbe comodamente piazzato al decimo posto nella classifica della VBV.
Questa vittoria sofferta di Balestrieri si univa a quella ottenuta il precedente 7 luglio alla Pescara-Makarska ottenuta sempre a bordo del 'piccolo' 32' e rilanciava finalmente il romano nella lotta per il Titolo Mondiale,che vedeva l'americano Rautbord,ritiratosi a Viareggio,ancora saldamente in testa con 52 punti e quattro vittorie contro i 31 punti e due vittorie dell'italiano. Ma quì finiva ancora una volta la gloria del Campione italiano,che lasciava il testimone a Carlo Bonomi nell'inutile inseguimento all'americano.
11a Viareggio - Bastia - Viareggio
Valida come 10a prova del Campionato Mondiale Offshore- Trofeo Sam Griffith, 4a prova del Campionato Europeo e 4a prova del Campionato Italiano
Organizzazione: Club Nautico Versilia,Viareggio
Data: 23 Luglio 1972
Percorso: Viareggio-Bastia-Viareggio di 374 km (202 mm)circa
Ordine di arrivo
1° "Black Tornado" - (Cary 32' - MerCruiser) - di Vincenzo Balestrieri-Jack Stuteville(USA) - in 3h 11' 31'' - media 63,282 nodi
2° "Innerspace" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Tom Gentry(USA)-Davey Wilson(USA) - in 3h 12' 47'' - media 62,868 nodi
3° "Lady Nara" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Giorgio Mondadori-Massimo Funaro - in 3h 24' 35'' - media 59,242 nodi
4° "eraf" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Giulio De Angelis-franco Esperto - in 3h 35' 32'' - media 56,233 nodi
5° "aeromarine IX" - (Cigarette 36' - Kiekhaefer) - di Carlo Bonomi-Richie Powers(USA) - in 4h 19' 53'' - media 46,636 nodi
6° "Roar" - (Cantieri Del Garda - Aifo) - di Gian Battista Frare - in 5h 01' 04'' - media 40,256 nodi
7° "Budda Blitz II" - (Gagliotta 24' - Volvo Penta) - di Gennaro Russo - in 5h 02' 11'' - media 40,108 nodi
8° "Moluste" - (Giorgi - MerCruiser) - di Piero Scardovi - in 5h 08' 51'' - media 39,242 nodi
9° "Pirà Pità" - (Ortholan 28' - Volvo Penta) - di Juan Raimond Taylor(ARG) - in 5h 10' 42'' - media 39,008 nodi
10° "Gnam VI" - (Cosca - BPM) - di Emilio Mangini - in 5h 23' 53'' - media 37,420 nodi
11° "Shaft" - (Fletcher 25' - Mercury) - di Keith Horseman(GB)-Brian Handicott(GB) - in 5h53' 27'' - media 34,290 nodi
12° "Budda Blitz" - (Gagliotta 22' - Volvo Penta) - di Salvatore Grande - in 6h 07' 35'' - media 32,972 nodi
13° "Snoopy III" - (Acquaviva - Mercury) - di Eligio Valentini - in 6h 45' 07'' - media 29,917 nodi
Ritirati
"Fino" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Robert Rautbord(USA)-Norman House(USA) - motore
"Aug..! 2" - (
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Valida come 10a prova del Campionato Mondiale Offshore- Trofeo Sam Griffith, 4a prova del Campionato Europeo e 4a prova del Campionato Italiano
Organizzazione: Club Nautico Versilia,Viareggio
Data: 23 Luglio 1972
Percorso: Viareggio-Bastia-Viareggio di 374 km (202 mm)circa
Ordine di arrivo
1° "Black Tornado" - (Cary 32' - MerCruiser) - di Vincenzo Balestrieri-Jack Stuteville(USA) - in 3h 11' 31'' - media 63,282 nodi
2° "Innerspace" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Tom Gentry(USA)-Davey Wilson(USA) - in 3h 12' 47'' - media 62,868 nodi
3° "Lady Nara" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Giorgio Mondadori-Massimo Funaro - in 3h 24' 35'' - media 59,242 nodi
4° "eraf" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Giulio De Angelis-franco Esperto - in 3h 35' 32'' - media 56,233 nodi
5° "aeromarine IX" - (Cigarette 36' - Kiekhaefer) - di Carlo Bonomi-Richie Powers(USA) - in 4h 19' 53'' - media 46,636 nodi
6° "Roar" - (Cantieri Del Garda - Aifo) - di Gian Battista Frare - in 5h 01' 04'' - media 40,256 nodi
7° "Budda Blitz II" - (Gagliotta 24' - Volvo Penta) - di Gennaro Russo - in 5h 02' 11'' - media 40,108 nodi
8° "Moluste" - (Giorgi - MerCruiser) - di Piero Scardovi - in 5h 08' 51'' - media 39,242 nodi
9° "Pirà Pità" - (Ortholan 28' - Volvo Penta) - di Juan Raimond Taylor(ARG) - in 5h 10' 42'' - media 39,008 nodi
10° "Gnam VI" - (Cosca - BPM) - di Emilio Mangini - in 5h 23' 53'' - media 37,420 nodi
11° "Shaft" - (Fletcher 25' - Mercury) - di Keith Horseman(GB)-Brian Handicott(GB) - in 5h53' 27'' - media 34,290 nodi
12° "Budda Blitz" - (Gagliotta 22' - Volvo Penta) - di Salvatore Grande - in 6h 07' 35'' - media 32,972 nodi
13° "Snoopy III" - (Acquaviva - Mercury) - di Eligio Valentini - in 6h 45' 07'' - media 29,917 nodi
Ritirati
"Fino" - (Cigarette 36' - MerCruiser) - di Robert Rautbord(USA)-Norman House(USA) - motore
"Aug..! 2" - (
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