6a Edizione : 16 Luglio 1967
Percorso: Viareggio-boa Lido di Camaiore-Bastia-Viareggio - 293 km (158 mm) circa
Condizioni meteo: mare calmo con foschia al via,sole a tratti
Iscritti:
Partiti: 17
Arrivati: 9
Vincitore assoluto(nome pilota-nome barca-tipo barca-motorizzazione):
Charles Gardner(GB) - "Delta" - Souter 28' - 2 Daytona turbo x 500 hp
Tempo impiegato: 3h 22' 33''
Media: 48,577 nodi

L'edizione del 1967 vide ritornare alla grande la presenza degli stranieri,oltrettutto fra i più qualificati a livello internazionale e per la lotta per il titolo di campione del mondo,di cui la VBV era parte del circuito di gare valide per l'ottenimento dei punti per la classifica.
Ben sette sono gli stranieri di cui quattro americani;Merrik Lewis,vincitore della VBV del 1966,Don Aronow ritornato a gareggiare portando in Europa ben due barche per affrontare le varie condizioni di mare,poi i debuttanti,in Europa,Bill Sirois pilota di punta con Odell Lewis,dell'incredibile flotta del Team Mercury e Bob Rodman del team di Merrik Lewis con i Thunderrbird Formula.
Dall'Inghilterra arrivarono ben armati i fratelli Gardner che disponevano di un 'proiettile' Levi di 28' con tanti cavalli nei motori,inoltre c'era Don Shead giovane progettista,ma che ancora correva su varie barche di altri cantieri. Infine dalla Svezia arrivò un team originale con una piccola strana barca che scimmiottava un pò le linee dei Delta di Levi e un pò quelle del "Ghost Rider" di Wynne.
Gli italiani di punta c'erano tutti anche se con poche novità,mentre quest'ultime le portavano più o meno nuovi piloti a cui interessava correre solo in acque locali. C'è infatti da sottolineare che da quell'anno la VBV non era più sola in Italia grazie all'inaugurazione,quindici giorni prima,del Trofeo Napoli,con un percorso affascinante che toccava l'isola di Capri,passando tra i suoi famosi faraglioni.
A Viareggio però alle verifiche tecniche davanti al Club Nautico Versilia si presentarono 17 scafi,di più che alla gara napoletana,a dimostrazione che l'importanza della gara toscana non era intaccata.
Gli italiani di punta vedevano in Balestrieri il pilota con più esperienza al via,acquisita anche andando a sfidare negli Stati Uniti quelli che venivano considerati i maestri della disciplina,una sorta di Maori del rugby,ritenuti a torto imbattibili.
Ben sette sono gli stranieri di cui quattro americani;Merrik Lewis,vincitore della VBV del 1966,Don Aronow ritornato a gareggiare portando in Europa ben due barche per affrontare le varie condizioni di mare,poi i debuttanti,in Europa,Bill Sirois pilota di punta con Odell Lewis,dell'incredibile flotta del Team Mercury e Bob Rodman del team di Merrik Lewis con i Thunderrbird Formula.
Dall'Inghilterra arrivarono ben armati i fratelli Gardner che disponevano di un 'proiettile' Levi di 28' con tanti cavalli nei motori,inoltre c'era Don Shead giovane progettista,ma che ancora correva su varie barche di altri cantieri. Infine dalla Svezia arrivò un team originale con una piccola strana barca che scimmiottava un pò le linee dei Delta di Levi e un pò quelle del "Ghost Rider" di Wynne.
Gli italiani di punta c'erano tutti anche se con poche novità,mentre quest'ultime le portavano più o meno nuovi piloti a cui interessava correre solo in acque locali. C'è infatti da sottolineare che da quell'anno la VBV non era più sola in Italia grazie all'inaugurazione,quindici giorni prima,del Trofeo Napoli,con un percorso affascinante che toccava l'isola di Capri,passando tra i suoi famosi faraglioni.
A Viareggio però alle verifiche tecniche davanti al Club Nautico Versilia si presentarono 17 scafi,di più che alla gara napoletana,a dimostrazione che l'importanza della gara toscana non era intaccata.
Gli italiani di punta vedevano in Balestrieri il pilota con più esperienza al via,acquisita anche andando a sfidare negli Stati Uniti quelli che venivano considerati i maestri della disciplina,una sorta di Maori del rugby,ritenuti a torto imbattibili.

Il "Delta Blu" di Balestrieri,in coppia con Cosentino,ebbe un anno no principalmente dovuto a problemi meccanici di cui i motori Daytona ne erano i responsabili principali. A Viareggio dopo l'ennesimo ritiro,Balestrieri si rese protagonista di un episodio curioso,quando,già ritirato ma risolti provvisoriamente i problemi ai turbo dei suoi Daytona,affiancò il gruppo di testa della gara,che era di ritorno da Bastia,iniziando con esso un duello in piena velocità. Il definitivo blocco di uno dei motori del "Delta Blu" pose fine al singolare duello.
L'avvocato-costruttore edile romano proverà a bissare il,discusso,successo alla gara del 1964,con il suo "Delta Blu" dello scorso anno. Nessuna novità quindi,soliti anche i motori,i potenti,quanto inaffidabili, Daytona turbo accresciuti a 550 hp di potenza massima. A bordo con Balestrieri,l'amico Francesco Cosentino i cui impegni politico-istituzionali quell'anno sembravano dargli un pò di tempo per il suo costoso ma molto amato hobby.
Presente anche la barca gemella del "Delta Blu",l' "Ultima Volta" che l' anno prima avrebbe dovuto vedere debuttare alla VBV Gianni Agnelli e che invece rimase tristemente agli alaggi a causa di problemi meccanici. Quell'anno Agnelli non era presente e la barca fu affidata dall'Avvocato all'amico Giampiero Baglietto titolare dei leggendari omonimi cantieri liguri. Essendo rimasta tutto l'anno abbandonata sull'invasatura presso i capannoni della concessionaria FIAT-Giannotti a Viareggio,la barca non aveva subito modifiche e si presentava con la stessa livrea dell'anno prima anche se da circa un mese prima della gara si stava lavorando per la messa a punto soprattutto del grosso motore.
Nessuna novità anche per il terzo Delta del 1966, il 40' della Partenocraft,"Delta Synthesis" in gara sempre con Levi e Gargiulo a bordo e sempre con i Daytona turbo.
Tutte queste barche citate finora erano degli OP1 secondo il regolamento UIM del 1966.
Le novità italiane dovevano arrivare da barche che certo non puntavano alla vittoria assoluta ma che destavano comunque interesse e curiosità,come e soprattutto l'OP2 "Budda" un piccolo scafo in legno -full deck di 6,40 mt(21'),il più piccolo fino ad ora ad una VBV,disegnato e costruito nel proprio cantiere a Baia,Napoli,da Salvatore Gagliotta che per sua stessa ammissione si era ispirato alle barche di Levi per questo suo "bolide". La barca montava due gruppi Aquamatic di Volvo Penta da 135 hp ciascuno,dello stesso tipo che Wynne aveva sul suo "Settimo Velo" di 24' del 1963-64.
Il cantiere toscano Cosca di Maestrelli e Pierozzi che debuttò con una barca di 22' nella VBV del 1966,quell'anno si presentava con due barche,una sempre per Moreno Maestrelli che correva con "Gemini 24" un Day Cruiser di 7,30 mt della gamma Gemini-Elica D'Oro,in onore del trofeo della VBV vinto nella propria classe C2 l'anno prima,a cui era stata tolta la tuga della versione 1966 e che montava un paio di gruppi poppieri Johnson-OMC da 200 hp ciascuno.
L'altro Cosca,forse più interessante dal punto di vista agonistico,era lo "Gnam VI" di Emilio Mangini un 28' con due efb BPM Vulcano da 400 hp ciascuno che gareggiava nella categoria C1,vale a dire cabinato di classe 1.
Poi vi erano l' "Hydrosonic" di Porrini, un cabinato costruito dalla Partenocraft su disegno Levi e che aveva un efb MerCruiser da 225 hp,il "Puca II" di Beltrami invece era un cabinato di serie della Chris Craft,l' "Ulixes III" di Micheletti un piccolo OP2 con una coppia di BPM Super Atlantic da 180 hp ciascuno su un set di due idrogetti dell'americana Berkley Jets Corp.. Micheletti aveva già corso una VBV,quella del 1965,con una barca più grande ma sempre con idrogetti,quella volta della Idrojet Europea.
Infine la nuova barca dei cantieri San Lorenzo,un vero open class,prototipo questa volta,per gli unici cantieri viareggini ancora una volta presenti alla gara .
"Indiana",che ricordava un pò il "Brave Moppie" di Bertram del 1965,montava una coppia di efb Johnson OMC da 200 hp ognuno ed era,come tradizione per i San Lorenzo,guidato dal proprietario del cantiere,Gianfranco Cecchi.
Nella nutrita ed agguerrita flotta di americani presenti nel 1967 alla VBV vi era il ritorno di Don Aronow che dopo aver venduto l'anno prima i cantieri Donzi,per regola sua,ne aveva aperto uno nuovo proprio accanto ai vecchi ribattezzandolo Magnum Marine. Con due di questi nuovi 28' di sua progettazione in collaborazione ora con Harry Schoell,un giovane progettista ,ma chiaramente derivati da quelli progettati per lui ai tempi dei Formula e dei Donzi,da Wynne e Walters,era venuto a farsi pubblicità in Europa.
I due 28' in vetroresina,con baglio massimo di 8',si differenziavano fra loro per la motorizzazione,quello con le fiancate di colore verde smeraldo il "Maltese Magnum II"con un motore efb MerCruiser e l'altro tutto bianco,"Maltese Magnum" con a poppa tre fuoribordo della Mercury da 110hp ciascuno con cui era arrivato secondo alla prima edizione della Bahamas '500 ai primi di maggio con il fido meccanico,il piccolo ex lottatore olimpico e pilota di moto,Norris "Knocky" House
Presente anche la barca gemella del "Delta Blu",l' "Ultima Volta" che l' anno prima avrebbe dovuto vedere debuttare alla VBV Gianni Agnelli e che invece rimase tristemente agli alaggi a causa di problemi meccanici. Quell'anno Agnelli non era presente e la barca fu affidata dall'Avvocato all'amico Giampiero Baglietto titolare dei leggendari omonimi cantieri liguri. Essendo rimasta tutto l'anno abbandonata sull'invasatura presso i capannoni della concessionaria FIAT-Giannotti a Viareggio,la barca non aveva subito modifiche e si presentava con la stessa livrea dell'anno prima anche se da circa un mese prima della gara si stava lavorando per la messa a punto soprattutto del grosso motore.
Nessuna novità anche per il terzo Delta del 1966, il 40' della Partenocraft,"Delta Synthesis" in gara sempre con Levi e Gargiulo a bordo e sempre con i Daytona turbo.
Tutte queste barche citate finora erano degli OP1 secondo il regolamento UIM del 1966.
Le novità italiane dovevano arrivare da barche che certo non puntavano alla vittoria assoluta ma che destavano comunque interesse e curiosità,come e soprattutto l'OP2 "Budda" un piccolo scafo in legno -full deck di 6,40 mt(21'),il più piccolo fino ad ora ad una VBV,disegnato e costruito nel proprio cantiere a Baia,Napoli,da Salvatore Gagliotta che per sua stessa ammissione si era ispirato alle barche di Levi per questo suo "bolide". La barca montava due gruppi Aquamatic di Volvo Penta da 135 hp ciascuno,dello stesso tipo che Wynne aveva sul suo "Settimo Velo" di 24' del 1963-64.
Il cantiere toscano Cosca di Maestrelli e Pierozzi che debuttò con una barca di 22' nella VBV del 1966,quell'anno si presentava con due barche,una sempre per Moreno Maestrelli che correva con "Gemini 24" un Day Cruiser di 7,30 mt della gamma Gemini-Elica D'Oro,in onore del trofeo della VBV vinto nella propria classe C2 l'anno prima,a cui era stata tolta la tuga della versione 1966 e che montava un paio di gruppi poppieri Johnson-OMC da 200 hp ciascuno.
L'altro Cosca,forse più interessante dal punto di vista agonistico,era lo "Gnam VI" di Emilio Mangini un 28' con due efb BPM Vulcano da 400 hp ciascuno che gareggiava nella categoria C1,vale a dire cabinato di classe 1.
Poi vi erano l' "Hydrosonic" di Porrini, un cabinato costruito dalla Partenocraft su disegno Levi e che aveva un efb MerCruiser da 225 hp,il "Puca II" di Beltrami invece era un cabinato di serie della Chris Craft,l' "Ulixes III" di Micheletti un piccolo OP2 con una coppia di BPM Super Atlantic da 180 hp ciascuno su un set di due idrogetti dell'americana Berkley Jets Corp.. Micheletti aveva già corso una VBV,quella del 1965,con una barca più grande ma sempre con idrogetti,quella volta della Idrojet Europea.
Infine la nuova barca dei cantieri San Lorenzo,un vero open class,prototipo questa volta,per gli unici cantieri viareggini ancora una volta presenti alla gara .
"Indiana",che ricordava un pò il "Brave Moppie" di Bertram del 1965,montava una coppia di efb Johnson OMC da 200 hp ognuno ed era,come tradizione per i San Lorenzo,guidato dal proprietario del cantiere,Gianfranco Cecchi.
Nella nutrita ed agguerrita flotta di americani presenti nel 1967 alla VBV vi era il ritorno di Don Aronow che dopo aver venduto l'anno prima i cantieri Donzi,per regola sua,ne aveva aperto uno nuovo proprio accanto ai vecchi ribattezzandolo Magnum Marine. Con due di questi nuovi 28' di sua progettazione in collaborazione ora con Harry Schoell,un giovane progettista ,ma chiaramente derivati da quelli progettati per lui ai tempi dei Formula e dei Donzi,da Wynne e Walters,era venuto a farsi pubblicità in Europa.
I due 28' in vetroresina,con baglio massimo di 8',si differenziavano fra loro per la motorizzazione,quello con le fiancate di colore verde smeraldo il "Maltese Magnum II"con un motore efb MerCruiser e l'altro tutto bianco,"Maltese Magnum" con a poppa tre fuoribordo della Mercury da 110hp ciascuno con cui era arrivato secondo alla prima edizione della Bahamas '500 ai primi di maggio con il fido meccanico,il piccolo ex lottatore olimpico e pilota di moto,Norris "Knocky" House
Poi vi erano un paio di scafi in alluminio,con carena Wynne-Walters, della Maritime un cantiere di proprietà di una società a cui faceva capo Merrik Lewis,che nel frattempo aveva ceduto i Thunderbird-Formula. Quest'ultimo guidava quello più grande,il "Momma Maritime",un OP1di 32' motorizzato con un paio di Daytona Scarab turbo da 600 hp ultima versione,con trasmissioni V drive. La barca era simile a quella che vinse con Wynne nel 1965,sempre un 32' ma con una coperta differente e un pozzetto guida più avanzato.
Si diceva che Lewis non fosse molto motivato a correre e che lo facesse solo per motivi promozionali,ma comunque restava uno dei favoriti per la vittoria.
L'altro Maritime era un OP2 di 25',non a caso chiamato "Baby Maritime-Maritime 02",con tre fuoribordo Johnson da 115 hp ciascuno,su cui si alternavano alla guida nelle varie gare l'inglese Peter Twiss gli americani Peroni,M.G. Hardy e Don Shead,con quest'ultimo designato per Viareggio.
Gemello del "Baby Maritime" ma in vetroresina costruito dalla Thunderbird-Formula di Merrik Lewis,era il "Thunderbird-Terry Ann" dell'americano Bill Sirois,uno dei giovani piloti del Team Mercury di Carl Kiekhaefer,il fondatore della famosa casa di Oskosh. Considerato veloce e intelligente Sirois si era formato con gli scafi da circuito per poi passare ai piccoli scafi offshore con i fuoribordo,che collaudava nella base della Mercury di Lake-X,in mezzo agli Everglades della Florida.
Anche Sirois si alternava alla guida della barca,che era anch'essa un OP2 che montava tre fuoribordo Mercury da 110 hp ciascuno. Lui guidò nelle due gare italiane.
Un altro scafo Thunderbird-Formula era il nero-oro "Thunderstreak II" dell'ex pilota di caccia jet dell'USAF, Bob Rodman che aveva al suo fianco Attilio Petroni. La barca era un 28' della riuscita serie dei Formula 283 di cui faceva parte l' "Holocaust II" dell'americano Bob Nordskog e "Thunderstruck" dello stesso Rodman per le gare USA. Tutte molto simili a quella di Merrik Lewis che vinse la VBV dell'anno prima. Costruito sempre su carena Wynne-Walters in vetroresina,montava una coppia di efb MerCruiser da 450 hp ciascuno e gareggiava nella classe OP2.
L'altro equipaggio inglese presente a Viareggio fu quello dei fratelli Charles e Jimmy Gardner,che già avevano tentato di correre una VBV,quella del 1965,ma furono costretti a rimanere a terra. Ora tornavano veramente agguerriti e freschi della vittoria al primo Trofeo Napoli di due settimane prima. Avendo lasciato il bellissimo e vincente "Surfury" in Inghilterra erano venuti con il più piccolo "Delta",comunemente chiamato "Delta 28",un Levi costruito dai cantieri Souter di Cowes,prototipo flat-deck,anche se venne classificato C2 perchè le dimensioni dell'area sotto coperta a proravia del pozzetto entravano nei limiti imposti dal regolamento per i cabinati. La commisione tecnica a Viareggio comunque classificò la barca come OP2.
Costruito in lamellare di legno,misurava ft 8,53mt con un baglio massimo di 2,74 mt - loa/beam ratio=3,113:1(LOA= lenght over all=lunghezza fuori tutto,beam=baglio massimo) aveva i 2motori Daytona da 525 hp ciascuno,vecchi di due anni ma forse per questo più affidabili, disposti in tandem con V-drive su unico asse elica,come sul "Surfury" e pesando 3 tonnellate,con un rapporto peso/potenza di 2,857:1.
La barca era per le sue caratteristiche la più veloce del lotto,su mare calmo non aveva rivali ma come ebbe a scrivere lo stesso Levi nel suo libro "Milestones in My Designs"diveniva ingovernabile oltre una certa velocità.
Chiudeva la lista dei verificati un altro piccolo scafo,dello svedese Zven Zettergren in alluminio di 27' su progetto del duo Gustafsson-Andersson i quali si erano ispirati alle linee Delta di Levi. Sembrava il "Surfury" accorciato di 9',costruito da Boghammar,un piccolo cantiere svedese specializzato nella costruzione di barche da competizione montava un unico motore Holman Moody da 500 hp con V-drive.Paragraph. Fai clic qui per effettuare modifiche.
Si diceva che Lewis non fosse molto motivato a correre e che lo facesse solo per motivi promozionali,ma comunque restava uno dei favoriti per la vittoria.
L'altro Maritime era un OP2 di 25',non a caso chiamato "Baby Maritime-Maritime 02",con tre fuoribordo Johnson da 115 hp ciascuno,su cui si alternavano alla guida nelle varie gare l'inglese Peter Twiss gli americani Peroni,M.G. Hardy e Don Shead,con quest'ultimo designato per Viareggio.
Gemello del "Baby Maritime" ma in vetroresina costruito dalla Thunderbird-Formula di Merrik Lewis,era il "Thunderbird-Terry Ann" dell'americano Bill Sirois,uno dei giovani piloti del Team Mercury di Carl Kiekhaefer,il fondatore della famosa casa di Oskosh. Considerato veloce e intelligente Sirois si era formato con gli scafi da circuito per poi passare ai piccoli scafi offshore con i fuoribordo,che collaudava nella base della Mercury di Lake-X,in mezzo agli Everglades della Florida.
Anche Sirois si alternava alla guida della barca,che era anch'essa un OP2 che montava tre fuoribordo Mercury da 110 hp ciascuno. Lui guidò nelle due gare italiane.
Un altro scafo Thunderbird-Formula era il nero-oro "Thunderstreak II" dell'ex pilota di caccia jet dell'USAF, Bob Rodman che aveva al suo fianco Attilio Petroni. La barca era un 28' della riuscita serie dei Formula 283 di cui faceva parte l' "Holocaust II" dell'americano Bob Nordskog e "Thunderstruck" dello stesso Rodman per le gare USA. Tutte molto simili a quella di Merrik Lewis che vinse la VBV dell'anno prima. Costruito sempre su carena Wynne-Walters in vetroresina,montava una coppia di efb MerCruiser da 450 hp ciascuno e gareggiava nella classe OP2.
L'altro equipaggio inglese presente a Viareggio fu quello dei fratelli Charles e Jimmy Gardner,che già avevano tentato di correre una VBV,quella del 1965,ma furono costretti a rimanere a terra. Ora tornavano veramente agguerriti e freschi della vittoria al primo Trofeo Napoli di due settimane prima. Avendo lasciato il bellissimo e vincente "Surfury" in Inghilterra erano venuti con il più piccolo "Delta",comunemente chiamato "Delta 28",un Levi costruito dai cantieri Souter di Cowes,prototipo flat-deck,anche se venne classificato C2 perchè le dimensioni dell'area sotto coperta a proravia del pozzetto entravano nei limiti imposti dal regolamento per i cabinati. La commisione tecnica a Viareggio comunque classificò la barca come OP2.
Costruito in lamellare di legno,misurava ft 8,53mt con un baglio massimo di 2,74 mt - loa/beam ratio=3,113:1(LOA= lenght over all=lunghezza fuori tutto,beam=baglio massimo) aveva i 2motori Daytona da 525 hp ciascuno,vecchi di due anni ma forse per questo più affidabili, disposti in tandem con V-drive su unico asse elica,come sul "Surfury" e pesando 3 tonnellate,con un rapporto peso/potenza di 2,857:1.
La barca era per le sue caratteristiche la più veloce del lotto,su mare calmo non aveva rivali ma come ebbe a scrivere lo stesso Levi nel suo libro "Milestones in My Designs"diveniva ingovernabile oltre una certa velocità.
Chiudeva la lista dei verificati un altro piccolo scafo,dello svedese Zven Zettergren in alluminio di 27' su progetto del duo Gustafsson-Andersson i quali si erano ispirati alle linee Delta di Levi. Sembrava il "Surfury" accorciato di 9',costruito da Boghammar,un piccolo cantiere svedese specializzato nella costruzione di barche da competizione montava un unico motore Holman Moody da 500 hp con V-drive.Paragraph. Fai clic qui per effettuare modifiche.
Come l'anno prima anche la mattina del 16 luglio 1967 la costa della Versilia si presentava,ai mattinieri bagnanti che andavano occupando gli ombrelloni sulla spiaggia e ai piloti che andavano affollando la banchina davanti al Club Nautico Versilia,con scarsa visibilità guardando verso il mare. Pochi chilometri di costa e niente più. Ma il mare,come vuole in questi casi era una tavola e dopo aver osservato l'ultimo bollettino meteo della Capitaneria di Porto affisso all'ingresso del Club Nautico,tutto faceva pensare che si sarebbe svolta ancora una volta una gara di velocità pura lungo le 158 miglia attraverso il Tirreno o Mar Ligure che dir si voglia.
Al via dato regolarmente alle 10:00,con non pochi problemi per i partenti a causa di spettatori in barca indisciplinati e lasciati liberi da un inesistente servizio di controllo,scattava fra tutti Aronow e il suo piccolo bianco scafo con i fuoribordo,poi in testa andavano Rodman e Petroni seguiti da Merrik Lewis,Bill Sirois e gli svedesi di "Speedy Gonzales" che però si fermarono quasi subito rientrando al traino. Sfortunato Zettergren che dopo i problemi meccanici avuti due settimane prima a Napoli era arrivato a Viareggio trainando con l'auto il carrello con su la piccola barca mentre si faceva mandare via aerea dalla Svezia alcuni parti di ricambio.
Rimane attardato l' "Hydrosonic" di Porrini che invece di procedere alla partenza,rientrava in porto per sostituire bobina e batteria e partendo così con 10' di ritardo.
In ritardo anche il "Delta Synthesis" di Gargiulo, bloccato prima del via a causa di problemi ai V-drives
Alla boa di virata al largo della foce della Fossa dell'Abate successero cose al limite del regolamentoe soprattutto al limite del rischio,quando Sirois esperto giocatore di gare in circuito fa un entrata in boa da urlo,sulle barche di Gagliotta e Maestrelli con quest'ultimo che,non vedendolo o facendo finta di non vederlo,per poco non gli montava sopra con il suo più alto Gemini 24'.
E' la volta di Baglietto a fermarsi con la guarnizione di testa del grande Carraro bruciata.
Sarà questa l'ultima apparizione della bella barca bianco e rossa in una gara offshore. Passerà il resto dei suoi anni abbandonata sul suo invaso e coperta da un telone,nello spazio all'aperto dietro i capannoni della concessionaria Fiat di Piero Giannotti,marito di Delia Scala,celebre soubrette italiana degli anni cinquanta-sessanta.
Poi arrivò un triste giorno quando ceduta l'area della concessionaria ad una famosa catena della grande distribuzione,la barca,non trovando un acquirente-appassionato,intenzionato a prendersi cura di lei e spenderci un pò di soldi per restaurarla,venne......demolita.
Al via dato regolarmente alle 10:00,con non pochi problemi per i partenti a causa di spettatori in barca indisciplinati e lasciati liberi da un inesistente servizio di controllo,scattava fra tutti Aronow e il suo piccolo bianco scafo con i fuoribordo,poi in testa andavano Rodman e Petroni seguiti da Merrik Lewis,Bill Sirois e gli svedesi di "Speedy Gonzales" che però si fermarono quasi subito rientrando al traino. Sfortunato Zettergren che dopo i problemi meccanici avuti due settimane prima a Napoli era arrivato a Viareggio trainando con l'auto il carrello con su la piccola barca mentre si faceva mandare via aerea dalla Svezia alcuni parti di ricambio.
Rimane attardato l' "Hydrosonic" di Porrini che invece di procedere alla partenza,rientrava in porto per sostituire bobina e batteria e partendo così con 10' di ritardo.
In ritardo anche il "Delta Synthesis" di Gargiulo, bloccato prima del via a causa di problemi ai V-drives
Alla boa di virata al largo della foce della Fossa dell'Abate successero cose al limite del regolamentoe soprattutto al limite del rischio,quando Sirois esperto giocatore di gare in circuito fa un entrata in boa da urlo,sulle barche di Gagliotta e Maestrelli con quest'ultimo che,non vedendolo o facendo finta di non vederlo,per poco non gli montava sopra con il suo più alto Gemini 24'.
E' la volta di Baglietto a fermarsi con la guarnizione di testa del grande Carraro bruciata.
Sarà questa l'ultima apparizione della bella barca bianco e rossa in una gara offshore. Passerà il resto dei suoi anni abbandonata sul suo invaso e coperta da un telone,nello spazio all'aperto dietro i capannoni della concessionaria Fiat di Piero Giannotti,marito di Delia Scala,celebre soubrette italiana degli anni cinquanta-sessanta.
Poi arrivò un triste giorno quando ceduta l'area della concessionaria ad una famosa catena della grande distribuzione,la barca,non trovando un acquirente-appassionato,intenzionato a prendersi cura di lei e spenderci un pò di soldi per restaurarla,venne......demolita.
Sulla rotta per Bastia era sempre leader il "Thunderstreak II" di Rodman e Petroni seguito dal "Delta 28'" dei Gardner che sembravano non tirare al massimo,controllando la gara come avevano fatto a Napoli.
Alla Gorgona,dove ad attendere la gara vi era una ventina di motoscafi di ogni tipo stracolmi di spettatori, i passaggi vedono in testa Rodman,Gardner,Lewis,Gagliotta e Sirois,primo dei fuoribordo,tutti assai vicini fra loro,con il piccolo "Budda" sorprendentemente in mezzo con soli 270 hp.
La media era alta e si aggirava intorno ai 47 nodi,ora c'era il sole e nei vano motore delle barche la temperatura raggiungse livelli incredibili.
Più staccato era Balestrieri che era il primo ad accusare problemi ai suoi nuovi e potenti Daytona Scarab,poi più distanziati e in terzetto sono il "Delta Synthesis" di Gargiulo e Levi,attardati da due soste alle prese con i V-drives,nello specifico quello del motore di sinistra e proseguivano a ritmo ridotto,Don Shead sul piccolo "Baby Maritime" con i fuoribordo Johnson e Don Aronow anch'esso con i fuoribordo ma Mercury,che sembrava aver fatto la scelta sbagliata su questo mare piatto,lasciando in cantiere l'altro suo 28' monomotore con oltre cento cavalli in più che sarebbero stati molto utili.
Ad una quindicina di minuti dai due di testa erano in decima e undicesima posizione i due Cosca Gemini di Mangini con lo "Gnam VI" e Maestrelli che passavano in Gorgona alle 10:45,poi ancora l' "Indiana" di Cecchi e il giornalista Mauro Mancini,l' "Ulixes II" con gli idrogetti,di Micheletti,e il "Puca II" di Beltrami che chiudeva la gara. Si era ritirato nel frattempo anche l' "Hydrosonic" partito in ritardo e che nella foga dell'inseguimento spaccava il piede poppiero del suo unico motore.
Il mare continuava ad essere calmo con solo una lieve onda lunga che faceva saltare le barche lanciate al massimo della loro potenza. In Capraia Balestrieri e Cosentino si fermarono. Gara finita ancora una volta.
Nel frattempo a Bastia le posizioni restavano immutate con Rodman e Petroni che viravano alle 11:44:24 ad una media di oltre 47 nodi,seguiti a soli 7'' dai Gardner,poi Merrik Lewis a 48'',Russo ottimo quarto a 1'22'',Sirois sempre primo fra i fuoribordo a 2'55'',sesti erano Gargiulo e Levi a 9'10'',poi ancora Don Shead a 10'32'' e Aronow a 13'16''. Chiudevano i passaggi Mangini a 16'40'' e più staccati Maestrelli e Micheletti.
Ma in neanche mezz'ora erano passati tutti. Dimostrazione che la gara stava avendo ritmi da kermesse in circuito piuttosto che offshore.
Anche l' "Indiana" di Cecchi e il "Pica II" di Beltrami non havevano retto il ritmo e si erano fermati.
Al ritorno sulla Capraia Rodman aumentava il passo ma Gardner non si stacca. I due furono raggiunti ed affiancati dal "Delta Blu" di Balestrieri che riparati i danni si misurava con loro.
Rodman forse non comprendendo che il bianco scafo che lo affiancava era fuori gara,ingaggiava un duello sul filo dei 50 nodi,ma a questo punto nel Daytona di dritta del "Delta Blu" si frantumava letteralmente un albero a camme. Con questi ritmi gli scafi di testa con meno potenza a disposizione si staccavano ed erano quelli di Gagliotta e Sirois.
Il tratto di mare sempre temuto tra la Capraia e la Gorgona venne percorso dal terzetto di testa formato da Rodman,Gardner e Lewis in un batter di ciglia.
Come probabilmente pianificato prima della gara dai fratelli Gardner,arrivato alla Gorgona il "Delta 28'" sembrava mettere il booster e passa in testa,navigando a circa 52 nodi, anche se sembrava avere ancora un pò di potenza da parte. Nel rush finale su Viareggio Lewis rompeva un motore e lasciava.
Buttandosi verso Torre del Lago i due di testa duellavano uno sulla scia dell'altro ma gli inglesi sembravano controllare e arrivavano paralleli alla costa sul traguardo finale alle 13:22:33,quando molti spettatori ancora non si erano recati sulla diga foranea pensando ad un arrivo intorno alle 14 come di consueto.
La media era a dir poco strepitosa; 48,577 nodi sfiorando i 90 km/h. Fino a quel momento mai nessuna gara offshore al mondo aveva conosciuto tale velocità!
A soli 8'' sono Rodman e Petroni che nulla avevano potuto fare contro una barca costruita appositamente per quel tipo di mare.
Alla Gorgona,dove ad attendere la gara vi era una ventina di motoscafi di ogni tipo stracolmi di spettatori, i passaggi vedono in testa Rodman,Gardner,Lewis,Gagliotta e Sirois,primo dei fuoribordo,tutti assai vicini fra loro,con il piccolo "Budda" sorprendentemente in mezzo con soli 270 hp.
La media era alta e si aggirava intorno ai 47 nodi,ora c'era il sole e nei vano motore delle barche la temperatura raggiungse livelli incredibili.
Più staccato era Balestrieri che era il primo ad accusare problemi ai suoi nuovi e potenti Daytona Scarab,poi più distanziati e in terzetto sono il "Delta Synthesis" di Gargiulo e Levi,attardati da due soste alle prese con i V-drives,nello specifico quello del motore di sinistra e proseguivano a ritmo ridotto,Don Shead sul piccolo "Baby Maritime" con i fuoribordo Johnson e Don Aronow anch'esso con i fuoribordo ma Mercury,che sembrava aver fatto la scelta sbagliata su questo mare piatto,lasciando in cantiere l'altro suo 28' monomotore con oltre cento cavalli in più che sarebbero stati molto utili.
Ad una quindicina di minuti dai due di testa erano in decima e undicesima posizione i due Cosca Gemini di Mangini con lo "Gnam VI" e Maestrelli che passavano in Gorgona alle 10:45,poi ancora l' "Indiana" di Cecchi e il giornalista Mauro Mancini,l' "Ulixes II" con gli idrogetti,di Micheletti,e il "Puca II" di Beltrami che chiudeva la gara. Si era ritirato nel frattempo anche l' "Hydrosonic" partito in ritardo e che nella foga dell'inseguimento spaccava il piede poppiero del suo unico motore.
Il mare continuava ad essere calmo con solo una lieve onda lunga che faceva saltare le barche lanciate al massimo della loro potenza. In Capraia Balestrieri e Cosentino si fermarono. Gara finita ancora una volta.
Nel frattempo a Bastia le posizioni restavano immutate con Rodman e Petroni che viravano alle 11:44:24 ad una media di oltre 47 nodi,seguiti a soli 7'' dai Gardner,poi Merrik Lewis a 48'',Russo ottimo quarto a 1'22'',Sirois sempre primo fra i fuoribordo a 2'55'',sesti erano Gargiulo e Levi a 9'10'',poi ancora Don Shead a 10'32'' e Aronow a 13'16''. Chiudevano i passaggi Mangini a 16'40'' e più staccati Maestrelli e Micheletti.
Ma in neanche mezz'ora erano passati tutti. Dimostrazione che la gara stava avendo ritmi da kermesse in circuito piuttosto che offshore.
Anche l' "Indiana" di Cecchi e il "Pica II" di Beltrami non havevano retto il ritmo e si erano fermati.
Al ritorno sulla Capraia Rodman aumentava il passo ma Gardner non si stacca. I due furono raggiunti ed affiancati dal "Delta Blu" di Balestrieri che riparati i danni si misurava con loro.
Rodman forse non comprendendo che il bianco scafo che lo affiancava era fuori gara,ingaggiava un duello sul filo dei 50 nodi,ma a questo punto nel Daytona di dritta del "Delta Blu" si frantumava letteralmente un albero a camme. Con questi ritmi gli scafi di testa con meno potenza a disposizione si staccavano ed erano quelli di Gagliotta e Sirois.
Il tratto di mare sempre temuto tra la Capraia e la Gorgona venne percorso dal terzetto di testa formato da Rodman,Gardner e Lewis in un batter di ciglia.
Come probabilmente pianificato prima della gara dai fratelli Gardner,arrivato alla Gorgona il "Delta 28'" sembrava mettere il booster e passa in testa,navigando a circa 52 nodi, anche se sembrava avere ancora un pò di potenza da parte. Nel rush finale su Viareggio Lewis rompeva un motore e lasciava.
Buttandosi verso Torre del Lago i due di testa duellavano uno sulla scia dell'altro ma gli inglesi sembravano controllare e arrivavano paralleli alla costa sul traguardo finale alle 13:22:33,quando molti spettatori ancora non si erano recati sulla diga foranea pensando ad un arrivo intorno alle 14 come di consueto.
La media era a dir poco strepitosa; 48,577 nodi sfiorando i 90 km/h. Fino a quel momento mai nessuna gara offshore al mondo aveva conosciuto tale velocità!
A soli 8'' sono Rodman e Petroni che nulla avevano potuto fare contro una barca costruita appositamente per quel tipo di mare.
Terzo,sorprendente,il "Budda" di Salvatore Gagliotta e il cognato Gennaro Russo a poco più di 5' dal primo, con 2 metri di barca in meno,che su questo mare erano stati un vantaggio,ma soprattutto con quasi 800 hp di meno(1050 contro 270)!
Nella lotta fra i fuoribordo questa volta a spuntarla è Sirois del Team Mercury che arrivava quarto assoluto a 18' dal primo e davanti al diretto rivale Shead sul piccolo Maritime con i Johnson. Fra i due,quinti arrivavano finalmente in fondo ad una gara Gargiulo e Levi sul loro grande e bel "Delta Synthesis".
Solo settimo Don Aronow con una prova incolore a mezz'ora dai vincitori,Mentre chiudevano all'ottavo e nono posto i due scafi Cosca di Mangini e Maestrelli rispettivamente,quest'ultimo finendo a meno di un ora dal primo a quasi 38 nodi di media.
Si ritirava invece in Capraia "Ulixes II" con un motore rotto.
Con questa vittoria,seconda consecutiva,Charles Gardner si avvicinava a soli due punti dal leader del Campionato Mondiale,Don Aronow con 20 punti. Anche Bob Rodman e Bill Sirois si facevano sotto con 15 e 14 punti rispettivamente,mentre segnava un record negativo Vincenzo Balestrieri con quattro ritiri su quattro gare a causa dei potenti ma poco affidabili nuovi Daytona Scarab turbo. Per il resto la gara aveva confermato le qualità del debuttante Gagliotta e del suo piccolo scafo. Un bello slancio per il suo cantiere che in sole due settimane aveva ricevuto dieci ordinazioni.
Soddisfacente la prestazione dei due scafi Cosca che ottennero il secondo posto nella C1 con lo "Gnam VI" e il primo posto nella classe C2 con il "Gemini 24'",mentre la Partenocraft ottenne la vittoria nella C1 con il "Delta Synthesis" finalmente alll'arrivo.
Vinceva la OP1 "Thunderstreak II",mentre l'affollata OP2 vedeva trionfare il vincitore assoluto "Delta 28",anche se in realtà questa barca avrebbe dovuto competere nella C2
La gara invece nonostante la buona partecipazione di concorrenti di alto valore agonistico per questa edizione continuava a subire le critiche soprattutto della stampa specializzata,che trovava nell'improvvisazione e superficialità le pecche principali dell'organizzazione.
Grave è il fatto che vi fosse poca sorveglianza nelle fasi delicate della partenza,prima,durante e subito dopo. Se non accadde niente di grave fu solo dovuto alla fortuna.
Vi era poi il problema di trovare finanziamenti adeguati anche proprio per far fronte ai problemi della sicurezza in mare durante la gara,che sicuramente non poteva essere demandata soltanto alle forze dell'ordine dello Stato che comunque avevano sempre svolto egregiamente il proprio lavoro. Ancora al tempo i media si chiedevano come fosse possibile che in tutta l'area della Versilia non si riuscisse a trovare un pool di mecenati privati che in qualche modo avrebbero avuto il proprio ritorno economico dalla gara.
Nella lotta fra i fuoribordo questa volta a spuntarla è Sirois del Team Mercury che arrivava quarto assoluto a 18' dal primo e davanti al diretto rivale Shead sul piccolo Maritime con i Johnson. Fra i due,quinti arrivavano finalmente in fondo ad una gara Gargiulo e Levi sul loro grande e bel "Delta Synthesis".
Solo settimo Don Aronow con una prova incolore a mezz'ora dai vincitori,Mentre chiudevano all'ottavo e nono posto i due scafi Cosca di Mangini e Maestrelli rispettivamente,quest'ultimo finendo a meno di un ora dal primo a quasi 38 nodi di media.
Si ritirava invece in Capraia "Ulixes II" con un motore rotto.
Con questa vittoria,seconda consecutiva,Charles Gardner si avvicinava a soli due punti dal leader del Campionato Mondiale,Don Aronow con 20 punti. Anche Bob Rodman e Bill Sirois si facevano sotto con 15 e 14 punti rispettivamente,mentre segnava un record negativo Vincenzo Balestrieri con quattro ritiri su quattro gare a causa dei potenti ma poco affidabili nuovi Daytona Scarab turbo. Per il resto la gara aveva confermato le qualità del debuttante Gagliotta e del suo piccolo scafo. Un bello slancio per il suo cantiere che in sole due settimane aveva ricevuto dieci ordinazioni.
Soddisfacente la prestazione dei due scafi Cosca che ottennero il secondo posto nella C1 con lo "Gnam VI" e il primo posto nella classe C2 con il "Gemini 24'",mentre la Partenocraft ottenne la vittoria nella C1 con il "Delta Synthesis" finalmente alll'arrivo.
Vinceva la OP1 "Thunderstreak II",mentre l'affollata OP2 vedeva trionfare il vincitore assoluto "Delta 28",anche se in realtà questa barca avrebbe dovuto competere nella C2
La gara invece nonostante la buona partecipazione di concorrenti di alto valore agonistico per questa edizione continuava a subire le critiche soprattutto della stampa specializzata,che trovava nell'improvvisazione e superficialità le pecche principali dell'organizzazione.
Grave è il fatto che vi fosse poca sorveglianza nelle fasi delicate della partenza,prima,durante e subito dopo. Se non accadde niente di grave fu solo dovuto alla fortuna.
Vi era poi il problema di trovare finanziamenti adeguati anche proprio per far fronte ai problemi della sicurezza in mare durante la gara,che sicuramente non poteva essere demandata soltanto alle forze dell'ordine dello Stato che comunque avevano sempre svolto egregiamente il proprio lavoro. Ancora al tempo i media si chiedevano come fosse possibile che in tutta l'area della Versilia non si riuscisse a trovare un pool di mecenati privati che in qualche modo avrebbero avuto il proprio ritorno economico dalla gara.
6a Viareggio - Bastia - Viareggio
Valida come 5a prova del Campionato Mondiale Offshore- Trofeo Sam Griffith
Organizzazione: Club Nautico Versilia,Viareggio
Data: 16 Luglio 1967
Percorso: Viareggio-Bastia-Viareggio di 293 km (158 mm)circa
Ordine di arrivo
1° "Delta 28' " (Souter 28' - Daytona) - di Charles Gardner(GB) - in 3h 22' 33'' - media 48,577 nodi
2° "Thunderstreak II" (Thunderbird-Formula 28' - Daytona) - di Robert Rodman(USA) - in 3h 22' 41'' - media 48,545 nodi
3° "Budda" (Gagliotta 21' - Volvo Penta) - di Salvatore Gagliotta - in 3h 28' 01'' - media 47,304 nodi
4° "Terry Ann-Thunderbird" (Thunderbird Formula 25' - Mercury) - di William Sirois(USA) - in 3h 40' 42'' - media 44,584 nodi
5° "Delta Synthesis" (Partenocraft 40' - Daytona) - di Italo Gargiulo - in 3h 44' 25'' - media 43,843 nodi
6° "Baby Maritime" (Maritime 25' - Johnson) - di Don Shead(GB) - in 3h 45' 32'' - media 43,028 nodi
7° "Maltese Magnum" (Magnum 28' - Mercury) - di Donald Aronow(USA) - in 3h 52' 06'' - media 42,764 nodi
8° "Gnam VI" (Cosca 28' - BPM) - di Emilio Mangini - in 4h 01' 20'' - media 40,771 nodi
9° "Gemini 24" (Cosca 24' - OMC) - di Moreno Maestrelli - in 4h 19' 06'' - media 37,991 nodi
Ritirati;
"Speedy Gonzales" (Boghammar 27' - Holman Moody) - di Zven Zettergren(SVE), motore
"Ultima Volta" (Delta 36' - Carraro) - di Giampiero Baglietto,motore
"Hydrosonic" (Partenocraft - MerCruiser) - di Porrini,piede poppiero
"Delta Blu" (Delta 36' - Daytona) - di Vincenzo Balestrieri,motore
"Indiana" (San Lorenzo - OMC) - di Gianfranco Cecchi,
"Puca II" (Chris Craft - ) di Beltrami,
"Momma Maritime" (Maritime 32' - Daytona) - di Merrik Lewis,motore
"Ulixes II" (- BPM) - di Micheletti,motore
Classifica per classi
OP1
1° "Thunderstreak II" (Thunderbird-Formula 28' - Daytona) - di Robert Rodman(USA) - in 3h 22' 41'' - media 48,545 nodi
OP2
1° "Delta 28' " (Souter 28' - Daytona) - di Charles Gardner(GB) - in 3h 22' 33'' - media 48,577 nodi
2° "Budda" (Gagliotta 21' - Volvo Penta) - di Salvatore Gagliotta - in 3h 28' 01'' - media 47,304 nodi
3° "Terry Ann-Thunderbird" (Thunderbird Formula 25' - Mercury) - di William Sirois(USA) - in 3h 40' 42'' - media 44,584 nodi
4° "Baby Maritime" (Maritime 25' - Johnson) - di Don Shead(GB) - in 3h 45' 32'' - media 43,028 nodi
5° "Maltese Magnum" (Magnum 28' - Mercury) - di Donald Aronow(USA) - in 3h 52' 06'' - media 42,764 nodi
C1
1° "Delta Synthesis" (Partenocraft 40' - Daytona) - di Italo Gargiulo - in 3h 44' 25'' - media 43,843 nodi
2° "Gnam VI" (Cosca 28' - BPM) - di Emilio Mangini - in 4h 01' 20'' - media 40,771 nodi
C2
1° "Gemini 24" (Cosca 24' - OMC) - di Moreno Maestrelli - in 4h 19' 06'' - media 37,991 nodi